MONTAGNE
una carta geografica e un incredibile contachilometri, gli itinerari percorsi in quasi trent’anni di lavoro dedicato al paesaggio, ai suoi orizzonti, li limite tra la terra e li cielo. Una selva di territori più ignota che oscura, riassunta e confinata nell’immaginario di troppe persone, con titoli quali: la Svizzera, l’Austria Le Alpi. Percorrere quelle strade, conoscere le perone che la vivono, da Meribell a Sion, Chamonix, Bolzano, Laveaux, Kitzbuell, Garmisch, Saint Maurice, Cortina, Champorcher e tantissimi altri luoghi, dando un volto alle strade, valli, laghi, a chi le abita e alle storie che si sono vissute insieme, alle dogane, ai confini, alle osterie e alle montagne, somma nella tua testa un’idea di patria diversa, non tanto legata alla nazione in cui si è nati ma all’insieme di persone sparse su un territorio simile con esperienze molto vicine tra loro anche se fisicamente distanti. La comunicazione porta le persone a vivere, molto attraverso i media, esperienze che non appartengono all’ambiente in cui vivono, esperienze lontane si legano tra loro. Attraverso i mezzi di comunicazione, l’urbanesimo pervade le montagne e, simultaneamente, le montagne e la Natura popolano i telefonini di chi vive nelle città. Una ricerca di equilibrio e completezza. Il nostro lavoro è anch’esso ibrido, realizzato grazie a un ambiente industriale, conduce una ricerca artistica contemporanea descrivendo paesaggi e icone senza tempo della Terra.
GLI ALBERI INTRECCIANO LI FUTURO
Dalle origini della Storia e probabilmente da sempre, osservando la Natura a cui appartengono, gli uomini hanno saputo immaginare cose mai esistite.
Abbiamo ritratto alberi, custodi sopravvissuti ad avvenimenti diversi, con un lento processo di adattamento e metamorfosi; molto diverso dall’adattamento alla vita sul pianeta che sta utilizzando l’uomo.
Gli studi più recenti datano l’esistenza delle piante sulla Terra a circa 500 milioni di anni e la presenza dell’homo sapiens tra i 200.000 e 100.000 anni, gli alberi vivono sulla Terra da un tempo 2.500 volte più esteso rispetto a quello dell’uomo. Sembra che gli eventi climatici del nostro tempo abbiano stimolato un riconoscimento: la consapevolezza della precarietà dell’esistenza umana e la sua urgenza di utilizzare la risorsa che forse più la contraddistingue dalle altre esistenze sul pianeta: l’immaginazione. Sarebbe interessante confrontare i due processi di adattamento per immaginare nuovi stili di vita per l’umanità.
Un albero è probabilmente custode di verità ancora sconosciute, vegliando per decenni o centinaia dei nostri brevi anni sui luoghi ni cui viviamo, avrà accumulato sensazioni che noi nemmeno immaginiamo e che forse un giorno la scienza saprà spiegare e addirittura interpretare. Ora manchiamo di quel dizionario, ma da qualche parte il linguaggio sconosciuto degli alberi c’è; serviranno animi sensibili ma anche tecnologie raffinate e un giorno si darà un significato comprensibile alla lingua degli alberi e sarà meraviglioso poter dialogare direttamente con loro.
PAESAGGIO DISEGNATO
E’ un progetto artistico dedicato al Segno di chi ha vissuto, al racconto dei territori del vino, patrimonio dell’umanità, paesaggi “culturali” perché frutto del lavoro dell’uomo svolto insieme alla Natura. La vigna è un pretesto.
Anche qui i profili in corten tagliati al laser sono li limite tra Terra e Cielo
La ricerca si approfondisce sul concetto di segno. Il segno dell’uomo sulla Terra
E’ immediato paragonare l’immagine dei vigneti d’inverno a una scrittura
scrittura simbolo di cultura che è frutto dell’immaginazione: la più efficace caratteristica umana. Ricerca della genesi del concetto di segno, schegge di segno, parti di senso Frammenti di memoria tradotti in segno Scrittura che traduce l’anima E’ un’esprimere manualmente l’origine dell’idea poetica
Tradurre in segno un ideale spazio della memoria, stratificazione dei fatti accaduti in una realtà che si manifesta soltanto fuori del tempo. Poesia visuale, nuova scrittura, ristrutturazione del linguaggio comunicazionale
E’ come se ci fosse un equilibrio instabile tra l’opera, li segno e l’iniziativa dell’interprete, catene di osservazioni e interpretazioni deboli perché non ci
ricollegano a fatti solidi e fermi, in queste sabbie mobili, però, c’è molto incanto, c’è la capacità dell’essere umano di immaginare cose che non ci sono, di immaginare l’irrealtà. “Dal bisogno e dal simbolo nasce il segno: la forma della figura che diventa scultura, disegno, narrazione e linguaggio universale. “Edoardo Milesi”